Ne “L’età dello smarrimento” lo psicoanalista inglese Christopher Bollas guarda alla crisi economica e sociale da un punto di vista inedito: la psicologia individuale e di massa.
L’Ottocento ha registrato una straordinaria energia scaturita dalla rivoluzione industriale che ha portato al “positivismo”.
Oggi avviene tutto il contrario: nella perdita di gerarchia dei valori si afferma un “orizzontalismo” dove non esistono priorità ma equivalenze che rendono tutte le idee egualmente valide.
Ne conseguono indebolimento del senso di responsabilità e sbandamento.
Le minacce atomiche e i danni ambientali sono un pericolo per la nostra sopravvivenza.
Ma il mutamento di clima più grave è quello della mente umana che non esce dal suo “ritiro”.
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