Gocce d’acqua. Gonfie, scintillanti e sature di illusioni. E’ quello che ha rappresentato per una vita intera Kim Tschang-Yeul, artista coreano, morto all’inizio di quest’anno.
Ha raffigurato ripetutamente un argomento in apparenza banale dopo aver composto un primo dipinto nel 1972, a seguito del suo trasferimento in Francia.
Ispirato originariamente da una tela inzuppata d’acqua nel suo studio, Kim ha nutrito l’elemento nei suoi dipinti iperrealistici per quasi cinque decenni.
Sia che raffiguri una singolare goccia a forma pendente o una tela disseminata di sfere perfettamente rotonde, ciascuna delle opere ad olio mostra un abile approccio all’ombra e alla consistenza.
Le forme gonfie sembrano perline sulla superficie e sono intrise di un senso di impermeabilità.
E se “disturbate” da un piccolo movimento, che rischino di scoppiare e scorrere lungo la superficie.
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